Massimo Massarenti Photos & more

Lisbona

Dall'aeroporto i collegamenti con il centro città sono estremamente comodi e veloci. La nuova linea della metro arriva fino allo scalo. I biglietti sono acquistabili dalle distributrici automatiche multilingua che accettano numerose forme di pagamento. La linea 5 raggiunge in meno di mezz'ora l'intero centro storico.

 

Lisbona, chiamata anche la città della luce per quei riflessi che irradia dai suoi panorami, probabilmente per i suoi palazzi rivestiti di piastrelle chiamate "ajuleiaz", ceramica molto resistente e spessa, smaltata e decorata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È una città giovane, vista oggi, con tanta gioventù che ama questa città alle porte dell'Oceano. Pregna di storia, di fatti, di eventi, Lisbona ha visto transitare per secoli i grandi esploratori e navigatori di ogni dove. Un posto dove la qualità della vita appare subito eccellente, gradevole, accattivante.

 

Tutta da vedere da scoprire da annusare, tra i suoi vicoli così riservati ai più, ai suoi segreti, ai suoi "mirador" che ti indicano la strada con i loro belvedere.

 

Ho voluto gestire l'intero viaggio per la capitale portoghese con due ottiche ben precise: il 24 mm f 1.4 e il 50 mm f 1.2. Infatti non conoscendo la città ho creduto che un grandangolo mi avrebbe permesso di non trovarmi mai stretto, tra i vicoli e davanti a interessanti facciate d'edifici o più fantasiosi murales che costellano il centro storico fino all'oceano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho trovato fin dai primi spostamenti in metropolitana, l'occasione di fotografare le pareti ornate di ajuleiaz di grande spessore artistico. Ovunque i murales, non eterni ed in continuo work in progress, si fanno sempre più raffinati e suggestivi. Il 24 mm permette di fotografarli contestualizzarli tra i vicoli che salgono ripidi verso altri scenari segreti.

 

Lo scatto a prospettiva appiattita del vecchio tram che sfila tra le case colorate in una serpeggiante discesa verso il mare, permette di fare interessanti scatti col 50 mm anche al calar della luce, grazie alla sua grande luminosità.

 

Dalla Praca do Comércio, la grande piazza che raccoglie le strade che scendono dal centro fino alla riva dove l'atlantico bagna il porto di Lisbona, si gode di una suggestiva emozione che tra il pungente del salmastro che sale su alle narici, fino allo sguardo che alla sera incontra il sole che scivola nell'acqua, fino a farti lacrimare gli occhi di meraviglia. La piazza come una costellazione, tutta intorno, si accende di luci dei lampioni, delle vetrine, delle finestre curiose che guardano il mare. Se c'è un po' di brezza, anche la risacca si fa sentire cadenzata e meticolosa col suo ritmo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con la luce del giorno, a diaframma piuttosto chiuso, i soggetti presenti sul lungo mare appaiono luminosi contro il blu del cielo che fa da sfondo, con le ombre nette proiettate sul candido porfido delle camminate di primavera.

 

Il lungo mare è indubbiamente un tema a me molto caro dal punto di vista fotografico, perché qualsiasi oggetto, casa, vicolo appaiono molto più interessanti e fotogenici, sia nelle giornate terse col sole che abbaglia ogni intonaco, ogni oggetto, sia durante le giornate nuvolose, dov'è il cielo rappresenta una magica quinta color fumo.

 

Tornando verso l'entro terra, in centro città, mi affascina il "Mercado de Fusao", una grande piazza con fontane a gioco d'acqua ricca di chioschi per la vendita di numerose tematiche. Non solo cibi o bevande, ma anche piccoli oggetti d'arte o d'artigianato locale. Al centro della piazza l'area libera permette la rappresentazione di piccoli spettacoli di strada o di esibizioni di skate senza contare i suonatori di chitarra o di oboe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Lisbona, per quanto riguarda il mangiare, il baccalà è certamente un must, e non bisogna pensare che sia come il nostro, quello che si prepara nelle nostre trattorie, perché qui è diverso, indubbiamente diverso. Si dice che a Lisbona puoi mangiare il baccalà ogni giorno, per un anno senza mai che sia uguale; giusto per indicare le numerosissime varianti attorno a questo pesce che tra l'altro arriva dal nord Europa, spiazzando ogni ipotesi di pesce locale.

 

Il tram, attraverso la città vecchia, tra le strette viuzze in salita, è indubbiamente un must. Dalla piazza sopra menzionata il tram 28 permette una piacevole escursione tra i vicoli della città a bordo di un mezzo d'epoca che si insinua per un improbabile percorso davvero suggestivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra i vari quartieri della città consiglio indubbiamente l'Alfama, che è il più antico; collocato sul pendio del Castello di Sao Jorge, vicino al fiume Tago, deve al suo nome da origini Arabe, col significato di terme, bagni o fontane. In questo percorso i "mirador" sono diversi, aree, brecce tra le case che permettono di ammirare splendide viste sulla costa per diversi chilometri.

 

Se si dispone di un treppiedi e si visita la città col suo ritmo lento e metodico, come le onde che si ripetono senza sosta, a bagnare la battigia tra la sabbia e i gabbiani, allora qualche scatto con un filtro ND potrà dare soddisfazione in esposizioni di qualche secondo, a diaframma chiuso, così da ritrarre quel velluto azzurro che accerchia il porto è tutta la costa. Lisbona si può rivelare ammagliante per il turista, con i suoi ritmi lenti, tra la malinconia di un cruente passato del regime Salazar e il ghigno di un gatto che sonnecchia al sole sulla bianca pietra un selciato. Fernando Pessoa, nativo della città ci ha lasciato numerose e struggenti pagine di questa città malinconica, ma giovane sempre di più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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